"STO BENE” O FORSE NO.

Perché è importante dire quando qualcosa non va?

Succede ogni giorno, in contesti diversi.

Ci viene chiesto “Come stai?” e rispondiamo “Bene, grazie” in modo automatico, anche quando non è completamente vero. Succede al supermercato, per cortesia; con gli amici, per evitare di sembrare pesanti; sul lavoro, per paura di mostrarsi vulnerabili.

Ma la verità è che tutti attraversiamo momenti difficili, e concederci il diritto di essere sinceri, almeno con le persone giuste, potrebbe aiutarci a vivere relazioni più autentiche, migliorare il nostro benessere emotivo e anche a trovare conforto.

Non c’è nulla di sbagliato nel dire “oggi non è una gran giornata”. Anzi, potrebbe essere il primo passo per sentirci davvero ascoltati e favorire una maggiore consapevolezza emotiva.

Perché mentiamo?

Naturalmente il contesto e il rapporto con l’interlocutore giocano un ruolo enorme sul come rispondiamo.

Fingere di stare bene è un meccanismo che molte persone adottano per diverse ragioni.

Sicuramente la cultura contemporanea ha un ruolo: essa mette al primo posto felicità, benessere e successo e ci chiede (anzi pretende) di essere, o meglio di mostrarci, sempre “al top”. Ammettere momenti di difficoltà psicologiche ci potrebbe allontanare dalle aspettative che la società impone.

I motivi, però, possono essere anche di natura più personale.

  • Mostrarsi vulnerabili non è sempre facile, si potrebbe temere di essere giudicati o di apparire deboli. Per questo, fingere di stare bene può diventare un modo per evitare domande o spiegazioni difficili.
  • Difficoltà a riconoscere il proprio stato d’animo. Durante momenti di stress emotivo o confusione può essere difficile riconoscere il proprio stato d’animo. Spesso si preferisce evitare di rifletterci, rispondendo in modo automatico.
  • Tentativo di proteggersi da sentimenti dolorosi. Di fronte a grandi difficoltà, si può scegliere di parlarne poco per ridurre la sofferenza. La negazione diventa un meccanismo di difesa, utile a proteggersi fino a quando ci si sente pronti per affrontare il problema.
  • Il timore di appesantire gli altri. Possiamo pensare che aprirci possa far sentire gli altri “caricati” dei nostri problemi e quindi si sceglie di minimizzarli.
  • Percepire che sia solo una domanda di cortesia, piuttosto che un segno di reale interesse. Per tale motivo si potrebbe scegliere di non condividere il proprio stato emotivo.

E se rispondessimo sinceramente?

Fingere che tutto vada bene può essere faticoso e controproducente: mentire sulle difficoltà che si stanno attraversando o negare che ci siano non fa che ritardare l’opportunità di affrontarle davvero e risolverle.

Potrebbe sorprenderti scoprire che essere autentici ti permetterà di costruire relazioni interpersonali più solide e profonde e che essere sinceri può incoraggiare gli altri ad aprirsi, creando un ambiente di fiducia e supporto in cui poter condividere le difficoltà emotive e trovare comprensione.

Quindi:

  • Datti il permesso di non sorridere quando non ne hai voglia. Concediti la libertà di mostrare il tuo stato d’animo reale senza timore o senso di colpa.
  • Non avere il timore di mostrarti agli altri per come sei. Chi ti apprezza davvero lo farà per quello che sei, non per l’immagine che cerchi di costruire.
  • Autorizzati a non stare sempre bene ed esprimerlo. Accettare le proprie emozioni difficili è fondamentale per affrontarle.
  • Chiedi aiuto se ne hai bisogno. Ammettere di aver bisogno di aiuto è segno di forza. Chiedere supporto psicologico può fare una grande differenza. Nessuno dovrebbe affrontare le difficoltà completamente da solo.

Aprirsi sì, ma con chi ascolta davvero

Condividere con gli altri che si sta vivendo un momento difficile non è semplice. Per questo è fondamentale trovare le persone giuste e il contesto adeguato per esprimere ciò che sentiamo.

Non sempre gli interlocutori che scegliamo e le circostanze in cui ci troviamo permettono di ricevere il sostegno che cerchiamo.

In questi casi, ci si può rivolgere a un professionista.

Infatti, aprirsi è un percorso, e non deve avvenire forzatamente o con chiunque.

Se ne senti la necessità, una terapia psicologica potrà offrirti un ascolto sincero e strumenti per affrontare le difficoltà, aiutandoti a comprendere e gestire le emozioni in modo più efficace.

FONTI

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Seger-Guttmann, T., & Medler-liraz, H. (2015). The Costs of Hiding and Faking Emotions: The Case of Extraverts and Introverts. The Journal of Psychology, 150(3), 342–357. https://doi.org/10.1080/00223980.2015.1052358

Psicologa in formazione
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