Riscoprire la calma: come superare la paura di rilassarsi

Capita spesso di scambiare la calma con tristezza o vuoto, proprio perché siamo abituati a restare in uno stato costante di allerta.

Viviamo in una società che ci abitua a essere in movimento, sempre impegnati e stimolati. Fermarsi, a volte, può sembrare strano o addirittura sbagliato.

Riscoprire la calma non è sempre facile, ma è fondamentale per la salute fisica ed emotiva.

Cos'è la sovrastimolazione e come ci influenza?

La sovrastimolazione avviene quando il sistema nervoso resta costantemente attivato, pronto a rispondere agli stimoli come se fossero emergenze continue. Se viviamo così a lungo, corpo e mente si abituano a essere sempre in allarme, rendendo difficile distinguere tra una minaccia reale e una preoccupazione interna. Quando finalmente cerchiamo di rilassarci proviamo disagio o inquietudine, perché il cervello ha imparato a interpretare la calma come insolita o improduttiva.

La sovrastimolazione può derivare dall’uso continuo di dispositivi digitali, ritmi lavorativi intensi e responsabilità familiari pressanti. In queste condizioni, il sistema nervoso simpatico (che ci prepara alle emergenze) è continuamente attivato, mentre il sistema parasimpatico (che gestisce il rilassamento) fatica ad attivarsi, mantenendo il corpo in costante tensione.

Perché confondiamo la calma con la tristezza?

Dopo periodi intensi, in cui la mente è abituata a correre senza sosta tra impegni, stimoli e richieste continue, rallentare può generare una sensazione spiacevole.

Il silenzio sembra pesante, la calma assomiglia al vuoto, e spesso la interpretiamo come noia o tristezza.

Ma non è tristezza. È il sistema nervoso che sta cambiando ritmo.
Quando siamo sotto stress, il cervello si abitua a funzionare in modalità attacco-fuga, rilasciando ormoni come adrenalina e cortisolo. In quel ritmo accelerato ci sentiamo “vivi”, anche se stanchi.

Quando finalmente ci fermiamo, quella scarica costante si interrompe.

E ciò che sentiamo, in realtà, è il corpo che prova a tornare in uno stato di regolazione.

La calma è uno stato fisiologico di sicurezza e recupero, fondamentale per il benessere emotivo e fisico. Il problema non è la quiete, ma quanto siamo disabituati a tollerarla.

Riabituarsi richiede tempo, ma ne vale la pena: è proprio lì, nella calma autentica, che iniziamo davvero a sentirci meglio.

Come imparare davvero a rilassarsi senza sensi di colpa:

  • Accetta il disagio iniziale: all'inizio è normale sentirsi a disagio. Accogli questa sensazione come temporanea;
  • Crea momenti di calma: inserisci brevi pause nella giornata, come pochi minuti di respiro consapevole, una passeggiata o una pausa lontano dai dispositivi digitali;
  • Pratica mindfulness: usa semplici tecniche per restare nel presente e distinguere tra calma e vuoto emotivo;
  • Permettiti di riposare: il relax non è un lusso, ma una necessità per la salute. Non sentirti in colpa nel prenderti cura di te.

Imparare a riconoscere la calma per quello che è - uno spazio sicuro, rigenerante, pieno - è un atto di maturità emotiva.
Non sei triste solo perché ti fermi. Non sei vuoto solo perché c’è silenzio. Sei, semplicemente, in contatto con una parte di te che spesso trascuri: quella che non corre, non produce, non dimostra nulla.
Concederti momenti di quiete è un modo per riequilibrare il sistema, per ascoltarti davvero, per ricordare che non sei fatto solo di stimoli e movimento.

La calma non è una mancanza da riempire. È una risorsa da coltivare.

Bibliografia

  • Sapolsky, R. M. (2004). Perché alle zebre non viene l'ulcera. Guida allo stress e alle malattie correlate. Castelvecchi.
  • Porges, S. W. (2017). La teoria polivagale: Fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell'attaccamento, della comunicazione e dell'autoregolazione. Giovanni Fioriti Editore.
  • Kabat-Zinn, J. (2013). Mindfulness per principianti: Tecniche semplici per aumentare la consapevolezza e ritrovare il proprio equilibrio interiore. Tea Edizioni.

Scritto da Camilla Pasotto
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